Come si dice “marinare la scuola” in tutta Italia

modi di dire marinare la scuola

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Abbiamo raccolto moltissimi modi di dire “marinare la scuola” da utenti di tutta Italia per creare una mappa interattiva in continua espansione

Saltare scuola è quasi un rito. Un piccolo atto di ribellione, di leggerezza, di libertà.
C’è chi lo fa per andarsi a prendere un caffè al bar con i propri complici, chi per sfuggire a un’interrogazione o un compito in classe, chi semplicemente per restare a letto o incollato davanti alla TV. Non serve nemmeno una scusa: a volte basta l’aria di primavera o una complicità silenziosa tra amici.

E diciamolo: chi non l’ha mai fatto almeno una volta?

Ma se il gesto è sempre quello, il modo di indicarlo cambia completamente a seconda di dove ti trovi.
Ogni regione, ogni città, ogni provincia ha il suo verbo, la sua espressione, il suo slang. Cambiano le parole, i toni, perfino le metafore. Alcune suonano ruvide, altre sembrano uscite da un film anni ’80. Alcune fanno ridere, altre suonano quasi epiche.

Ed è proprio da questa varietà che nasce l’idea della mappa interattiva dei modi di dire “marinare la scuola”, costruita con i contributi degli utenti e dalla community di Slengo.

Ne è venuto fuori un affresco linguistico che attraversa l’Italia da Nord a Sud, una geografia viva dello slang scolastico, in cui ogni parola racconta un territorio, una generazione, un certo modo di stare al mondo.

Questa non è solo una mappa dei modi di dire. È anche una fotografia collettiva di come parliamo, cresciamo, e ogni tanto… ce la svigniamo.

Come abbiamo raccolto queste espressioni

Le parole non nascono nei dizionari: vivono nelle chiacchiere tra amici, scorrono nelle discussioni online, si diffondono nei video.
Per costruire questa mappa abbiamo pescato dalle testimonianze dirette delle persone, divise in due fonti principali:

  • le definizioni inserite dagli utenti sul dizionario Slengo, in cui è stata inclusa l’indicazione regionale del termine;
  • e i commenti raccolti sui social, in particolare TikTok e Instagram, dove abbiamo chiesto direttamente alla community quale espressione usa e in che area dell’Italia.

Ne è venuto fuori un vero mosaico linguistico: c’è chi bigia, chi fa sega, chi brucia scuola, chi fa forca e molto altro. Ogni espressione porta con sé un sapore regionale, una storia, a volte un intero immaginario.

La mappa

Qui sotto trovi la mappa interattiva: selezionando ogni regione potrai scoprire i diversi modi di dire “marinare la scuola” in quella zona.

Alcune regioni hanno una sola espressione diffusa, altre ne hanno molteplici, con sfumature che variano anche da zona a zona. Un piccolo viaggio nella geografia linguistica del disimpegno scolastico!

Cosa emerge?

Una volta raccolte tutte le espressioni segnalate, ci si accorge subito che certe formule si ripetono in regioni diverse, con leggere variazioni ma lo stesso spirito di fondo. È il caso di fare filone, che ci è stato indicato in Campania, Basilicata, Molise e Puglia. Una frase che richiama l’idea di “prendere una linea propria”, come chi si sfila dal gruppo per seguire un percorso parallelo. In Molise, ci hanno anche segnalato fare spago, che suona come una variante altrettanto visiva: qualcosa che si allunga, si stacca, si srotola via dalla scuola.

Un’altra espressione che compare in più zone è salare, segnalata in Toscana, Marche e Calabria. È un verbo che richiama l’immagine di qualcosa che viene abbandonato, messo sotto sale. In Umbria, da questa radice si sviluppa fare salina, che suona quasi come una metafora geografica: un paesaggio mentale dove la scuola si trasforma in un luogo da evitare.

Ci hanno poi indicato espressioni legate al fuoco: fare fuoco in Emilia-Romagna, fare brucia in Toscana, e addirittura bruciare anche in Veneto. Qui l’immagine che torna è forte, netta: saltare scuola come un atto che lascia solo cenere. Non solo assenza, ma annullamento. Una scelta radicale, quasi teatrale.

In Lombardia e Piemonte è emerso balzare, che fa pensare a un movimento improvviso, scattante, come chi evita un ostacolo all’ultimo momento. Altre espressioni evocano gesti incisivi e taglienti, come tagliare (Piemonte), bucare (Piemonte, Toscana) e fare sega (Lazio).

Infine, ci sono espressioni più evocative che ci sono state segnalate dalle isole maggiori: fare vela dalla Sardegna, che richiama l’idea di salpare, di allontanarsi con calma e decisione; e fare luna dalla Sicilia, che evoca qualcosa di misterioso, notturno, quasi poetico: un’assenza sognante.

In tutto questo, la varietà lessicale racconta molto più di un semplice gesto di ribellione scolastica. Ogni espressione ci restituisce un immaginario: c’è chi “taglia” e chi “salta”, chi “brucia” e chi “sala”. Ogni zona d’Italia ha trovato un suo modo per dire “oggi no”; a modo suo, con il suo slang, la sua ironia, il suo stile.

Conosci un modo diverso per dirlo?

Questa mappa è un’opera viva, in continua espansione. Se nella tua zona o nel tuo gruppo di amici si dice in un altro modo, faccelo sapere. Come?

Più espressioni troviamo, più la mappa diventa uno specchio fedele dell’Italia che parla… e che ogni tanto salta scuola.

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