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Una breve analisi dell’evoluzione dell’avverbio letteralmente nella lingua italiana
L’avverbio “letteralmente” ha una lunga storia: se ne trovano attestazioni in italiano già dal Trecento, e fin da allora aveva il significato di “alla lettera”, senza esagerazioni o interpretazioni figurate.
Col passare del tempo, però, letteralmente ha acquisito nuove sfumature, e soprattutto negli ultimi decenni ha cominciato a essere usato anche in modo paradossale — cioè in frasi dove il significato non è affatto letterale. Un uso che non sempre viene accolto con entusiasmo. Ma andiamo con ordine.
Prendiamo frasi come:
“La notizia mi ha fatto letteralmente esplodere la testa.”
“Il libro mi è piaciuto tantissimo: l’ho letteralmente divorato.”
Con queste, naturalmente, non voglio dire che mi è esploso il cervello — altrimenti non starei qui a scriverne — o che ho mangiato un blocco di carta. Sono frasi iperboliche, in cui letteralmente viene usato con funzione enfatica, per rafforzare l’immagine esagerata.
E fin qui nulla di strano: non sarebbe una novità che una lingua venga usata in modo creativo, soprattutto per caricare l’impatto emotivo di una frase. E usi di letteralmente con valore enfatico si registrano anche andando indietro di un secolo e mezzo.
Quello che colpisce, infatti, è la diffusione molto più ampia che questo uso ha avuto negli ultimi decenni, in gran parte attribuita all’influenza dell’inglese literally.
In inglese colloquiale, literally viene usato da tempo anche in frasi figurate, con una funzione enfatizzante, spesso ironica o comica. Un uso che è poi entrato nei media di massa: film e serie TV.
E proprio le serie TV — con i loro dialoghi tradotti in italiano più o meno alla lettera — hanno funzionato come cavallo di Troia per la popolarizzazione dell’uso iperbolico anche nella nostra lingua.
Ma c’è un altro fenomeno che ha contribuito in modo decisivo: i meme.
Anzi, oggi possiamo dire che “letteralmente” è letteralmente un meme.
Lo troviamo ovunque: nei commenti, nei post, nelle caption di TikTok e Instagram. È una parola che viene ripetuta e riciclata in formati riconoscibili. Ecco alcuni esempi:

Oppure:

In questi casi, letteralmente non chiarisce nulla. Non corregge, non precisa, non limita.
Serve a sottolineare — con una dose di ironia o autoironia — quanto il messaggio voglia sembrare esageratamente realistico, quasi teatrale. È un segnale stilistico, un marcatore culturale.
Un modo per prendere sul serio una frase che non va presa sul serio.
Insomma, oggi letteralmente non è più solo un verbo che sottolinea l’aderenza al significato: è diventato una parola che rivela quanto vogliamo enfatizzare e ironizzare quello che diciamo.
E sì, qualcuno si lamenta. Ma la lingua, letteralmente, se ne infischia.
