Complinsulti: una breve guida per riconoscerli (ed evitarli)

Complinsulti cosa sono e come evitarli

x

Stai parlando con qualcuno, comincia a dirti una cosa che ti fa piacere, sorridi e stai già pensando a una risposta falsamente modesta da dare, ma poi quella persona completa la frase e ti arriva una pugnalata nel fianco. Pensavi di star ricevendo un complimento ma poi qualcosa non ti torna. Forse non lo sai, ma hai appena ricevuto un complinsulto.

Tipo come quella volta in cui ti hanno detto: “Stai proprio bene oggi, non sembri neanche tu!”. Un po’ ti senti lusingato, ma sotto sotto pensi: “E quindi, gli altri giorni?”.

Che nascano per ironia o malizia, che siano volontari o inconsapevoli, i complinsulti sono ovunque. E con un po’ di pratica possiamo riconoscerli (o usarli) con maestria. Vediamo insieme le diverse categorie di complinsulti, come funzionano e qualche esempio per divertirci un po’.

Cosa sono i complinsulti?

Ma quindi, cosa sono i complinsulti e come evitarli? Un complinsulto è come una torta bella fuori ma con un retrogusto amarognolo: parte come un complimento, ma finisce con un sottotesto che smonta tutto. Insomma, è quella frase che ti fa pensare: “Aspetta un attimo… mi ha appena insultato?”.

Esempio tipico:

“Stai benissimo oggi, non sembri neanche tu!”

Bello, no? Ma implica che di solito non sei proprio il massimo. E di commenti del genere ne avremo sentiti tanti nella vita, ma abbiamo provato a catalogarli a seconda di alcuni schemi ricorrenti che seguono.

I complinsulti si possono dividere in diverse categorie, ognuna con il suo stile. Analizziamole insieme, con tanto di esempi!

Le categorie di complinsulti

1. Confronto temporale: oggi vs di solito

Questi complinsulti giocano sulla differenza tra il presente (in cui sei ok) e il passato (in cui, diciamo, non brillavi).

Esempi:

Ti trovo bene, oggi.”

“Bello il vestito, una volta tanto sei elegante.”

“Stai benissimo in questa foto, non sembri neanche tu.”

Il sottotesto? Che di solito non ci fai questa gran figura.

2. Teoria della relatività: è un complimento solo perché sei tu

Qui il complimento c’è, ma solo entro certi limiti. Tipo: “Se non fosse per X, non saresti così male.”

Esempi:

“È un compito fatto bene, per essere stato scritto da te.”

“È un bel ragazzo, per essere basso.”

“Stai bene, per la tua età.”

Insomma, senza quel “ma”, il mondo non sarebbe così indulgente.

3. Miglioramento rispetto a uno standard basso: fai un po’ meno schifo di prima

Questi complinsulti si basano sull’idea che prima eri messo male, e ora… beh, meno peggio.

Esempi:

“Ti trovo meno grassa del solito!”

“Adoro questo nuovo taglio, ti fa il viso meno gonfio.”

“Stai benissimo con questo taglio, sembra che hai più capelli.”

Il messaggio implicito? Prima eri inguardabile, ma dai, stai migliorando!

4. Sorpresa sarcastica o insperata: non me l’aspettavo che non fossi sub-umano/a

Questi complinsulti esprimono stupore per qualcosa di positivo, ma ti fanno capire che non era proprio nelle aspettative.

Esempi:

“Wow, oggi sembri quasi sveglio.”

“Hai fatto davvero un buon lavoro… per i tuoi standard.”

“Ti facevo più stupido.”

“Sei molto più intelligente di quanto sembri!”

Qui l’“effetto wow” si accompagna a un: “Ma di solito sei un disastro”.

5. Standard diversi: è un’offesa solo per te ma non per il parlante

In questa categoria, il parlante vuole genuinamente farti un complimento per qualcosa che è perfettamente nei suoi standard… che sono completamente diversi dai tuoi. In questa categoria, la parte insultante dipende solo dalle tue aspettative su di te.

Esempi:

“Guidi bene, vai così piano che non ho paura.” (Qui ti offendi solo se ti immagini come una persona dalla guida sportiva.)

“A me la pasta piace proprio così: insipida.” (Qui ti offendi se per te un piatto insipido è immangiabile.)

“Ho letto il tuo libro, è bellissimo! È proprio una lettura perfetta per la spiaggia!” (Qui ti offendi se pensi di aver scritto un libro impegnativo, dal profondo contenuto intellettuale, e non una lettura leggera da ombrellone.)

Questi sono i complinsulti più relativi, perché dipendono tanto da chi li riceve quanto da chi li pronuncia. Magari tu l’hai messo apposta poco sale nella pasta perché ti piace che non sappia di niente! (Ecco un altro complinsulto.)

Se vuoi padroneggiare i complinsulti, fa’ attenzione: il tono è fondamentale! Detto con leggerezza, un complinsulto può essere divertente; detto con acidità, rischia di ferire. È anche importante l’equilibrio: se il complimento è troppo piccolo e l’insulto troppo grande, diventa solo una critica mascherata. Poi è chiaro: dipende quanto vuoi che l’offesa sia celata.

I complinsulti sono una chicca del linguaggio, un mix di sarcasmo e ironia che va maneggiato con cura. E talvolta possono nascondere dinamiche tossiche nelle relazioni. Ma ora che conosci le categorie, puoi divertirti a riconoscerli o a lanciarli con più consapevolezza. E la prossima volta che qualcuno ti dice: “Hai fatto un buon lavoro… per essere tu,” respira a fondo, conta fino a dieci, e rispondi: “Grazie per lo sforzo.”

x