che palle
anche che due palle
L’esclamazione “che palle” esprime fastidio, noia o esasperazione per qualcosa di ripetitivo, faticoso o indesiderato. È una delle forme più diffuse del linguaggio colloquiale e deriva dall’uso figurato di “palle” come sinonimo di pazienza o sopportazione: quando “girano” o “vengono rotte”, si perde la calma. Può essere usata anche con tono ironico o amichevole, a seconda del contesto.
Cfr. che due maroni, palla, rompere le palle, scassaballe, rompicazzo, stracciacoglioni
Esempi
«Che palle, piove di nuovo!»
«Devo rifare tutto il lavoro da capo, che palle.»
«Che due palle, sempre la stessa storia.»
«Oh, ma che palle queste chat di gruppo!»
«Non ti lamentare sempre, che due palle.»